Sunshine Policy

La Sunshine Policy è stata la politica estera della Corea del Sud nei confronti della Corea del Nord dal 1998 fino all'elezione di Lee Myung-bak come presidente nel 2008. Fin dalla sua articolazione da parte del presidente sudcoreano Kim Dae Jung, la politica ha comportato un maggiore contatto politico tra i due Stati e alcuni momenti storici nei rapporti inter-coreani, i due incontri al vertice coreano a Pyongyang (giugno 2000 e ottobre 2007), che ha preparato il terreno, tra i quali diverse iniziative imprenditoriali di alto profilo, e brevi incontri dei familiari separati dalla guerra di Corea.[1]

Nel 2000, Kim Dae Jung è stato insignito del Premio Nobel per la Pace per la sua efficace attuazione di questa politica.[2]

Secondo Victor Cha, ex direttore degli studi asiatici del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e consigliere di George W. Bush sulla Corea del Nord, la Sunshine Policy nacque dalle ansie di Seoul - memore della traumatica riunificazione tedesca - per la disparità economica tra le due coree, in previsione di un'unificazione che ai tempi appariva come inevitabile.[3]

A partire dall'elezione di Moon Jae-in nel 2017, la Corea del Sud ha cercato nuovamente di instaurare rapporti più distesi con il Nord, riprendendo la Sunshine Policy e abbandonando la linea intransigente dei presidenti Lee Myung-bak e Park Geun-hye.[4]

  1. ^ La 'Sunshine Policy' della Repubblica di Corea, su treccani.it. URL consultato il 26 gennaio 2021.
  2. ^ (EN) Kim Dae-jung Facts, su nobelprize.org. URL consultato il 26 gennaio 2021.
  3. ^ Inimicizie, Corea del Nord: Lo stato (quasi) impossibile, su Inimicizie, 29 dicembre 2021. URL consultato il 15 dicembre 2022.
  4. ^ (EN) Moon on a Mission: South Korea’s New Approach to the North, su thediplomat.com. URL consultato il 15 dicembre 2022.

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